Boccia: “Se cambia in autonomia la regione verrà diffidata”. Nel frattempo il governo prepara controlli serrati sulle strade per il periodo natalizio
L’Italia è in procinto di non avere più zone rosse dopo l’annuncio del presidente della regione Abruzzo , con cui però il Cts sembra avere qualche problema. Dopo aver anticipato l’entrata della regione in zona rossa , annunciata il 16 novembre ed ufficializzata con l’ordinanza del 18, Marco Marsilio ora vuole far uscire la regione dalla classificazione ad alto rischio, l’unica rimasta in Italia.
I colpi di testa del presidente dell’Abruzzo sembrano creare non pochi problemi: il Cts, infatti, lo ha ammonito di attendere il 9 dicembre, ma Marsilio sembra voler fare di testa sua. L’ordinanza last minute, per la quale già da oggi la regione si declassifica ad arancione, ha disorientato fortemente i commercianti: questa mattina, infatti, ha riaperto solo una metà delle attività, mentre l’altra attende indicazioni più chiare ed ufficiali per paura di incorrere in sanzioni pecuniarie e multe di vario tipo. Insomma, un gran caos. Quel che è certo, almeno, è che a partire da mercoledì 9 dicembre le scuole abruzzesi riapriranno dopo 21 giorni di zona rossa. “C’è la disponibilità del governo a riconoscere la fine del periodo di zona rossa nelle tre settimane che sono necessarie e sono obbligatorie, quindi se l’Abruzzo tornasse in zona arancione da mercoledì avrebbe l’intesa del ministero della Salute. Se la Regione Abruzzo decide autonomamente di andare in zona arancione da domani mattina (da lunedì 7 novembre, ndr) sarà diffidata”, ha dichiarato ieri sera il ministro alle Autonomie Regionali Francesco Boccia.
Se da un lato si allentano le misure, dall’altro sale l’allerta per il periodo natalizio, con la paura che i contagi possano risalire e gli ospedali tornare sotto pressione. La protezione civile è in guardia sulle conseguenze dell’allentamento delle restrizioni, così come lo è il Cts; il coordinatore Agostino Miozzo mette in guardia: “Avremo il raddoppio della criticità, nei Pronto Soccorso arriveranno coloro che avranno l’influenza stagionale e coloro che avranno il Covid vero e proprio”.
Il governo, nel frattempo, per scongiurare l’ipotesi di comportamenti scorretti ed illeciti soprattutto riferibili agli spostamenti non consentiti, ha messo in capo 70mila agenti sulle strade e intensificato i controlli su aeroporti, autostrade, frontiere e sulle principali arterie stradali.
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