La discussione sul Mes si trasforma in un campo di battaglia all’interno del M5S dopo la lettera dei frondisti sul no alla riforma del meccanismo Salva Stati dopo le dichiarazioni di Crimi. Nel frattempo alcuni europarlamentari abbandonano la nave
La lotta sul Mes continua ad alimentarsi, ma questa volta lascia dietro qualche “morto” sul campo di battaglia: si tratta di un gruppo di europarlamentari del M5S che ha deciso di abbandonare il Movimento dopo le affermazioni del capo politico Vito Crimi riguardo la riforma del meccanismo salva stati. Ma andiamo con ordine
Che il Movimento Cinque Stelle fosse contrario allo strumento del Mes non è certo una novità. Negli ultimi giorni, però, il capo politico reggente del Movimento, Vito Crimi, pur ribadendo la sua assoluta contrarietà al meccanismo salva stati, ha palesato le sue intenzioni nel non voler bloccare le modifiche del trattato di cui si discute oramai da mesi. La presa di posizione ‘soft’ di Crimi, però, non è piaciuta per niente, al punto che quattro eurodeputati ( Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi) hanno lasciato il gruppo e 52 deputati e 16 senatori hanno deciso di indirizzare una lettera al capo politico reggente, al capodelegazione al governo Alfonso Bonafede e ai capigruppo di Camera e Senato, nella quale si legge: “Consci delle diverse posizioni nella maggioranza che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (EDIS e NGEU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes”.
In sostanza, dunque, si ribadisce nella lettere la necessità di imporre un “NO alla riforma del Mes”, come si legge nel testo, posizione condivisa anche da Beppe Grillo, che in un post sul suo blog intitolato ‘La Mes è finita’, scrive “Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato .A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che “disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere. Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli”.
Mentre gli europarlamentari abbandonano la nave protestando e altri firmatari della lettera hanno revocato la loro firma, il 9 dicembre in Parlamento si discuterà la riforma dello strumento finanziario europeo, e i parlamentari che hanno sottoscritto la lettera sono pronti tutti a votare contrari alla modifica del trattato.
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