La bomba, sganciata dal ‘Riformista’, esplode su Casaleggio Junior e il governo Conte: i finanziamenti fatti dal colosso del tabacco all’associazione, avvenuti fra il 2017 e il 2020, sarebbero stati ricambiati con un “trattamento di favore sulla tassazione”, ma Casaleggio si difende
Esplode la polemica sul Movimento Cinque Stelle dopo l’editoriale-scoop pubblicato da “Il Riformista” riguardante la triangolazione di favori fra il colosso del tabacco Philip Morris, il Movimento Cinque Stelle e l’associazione di Casaleggio Junior. In ballo due milioni di euro e favori nella tassazione alla multinazionale.
Soldi per una tassazione più leggera?
Secondo il quotidiano di approfondimento politico, fra il 2017 e il 2020 la Casaleggio Associati avrebbe ricevuto, suddivisi in varie tranche, un finanziamento da due milioni di euro da parte della Philip Morris, nota azienda che produce sigarette. Le fatture non sarebbero relative ad uno specifico evento essendo spalmate su un arco temporale relativamente ampio: il sospetto mosso dal quotidiano è che il suddetto finanziamento sarebbe stato versato per ottenere in cambio “un trattamento di favore relativo soprattutto al regime di tassazione agevolata che riguarda il tabacco bruciato”. L’accusa mossa dal direttore de “Il Riformista”, Piero Sansonetti, viene portata avanti nell’editoriale attraverso una ricostruzione storia degli incontri fra di Maio e il colosso del tabacco e su una serie di congetture riguardanti alcuni documenti di ambigua natura.
La risposta Casaleggio, Philip Morris e M5S
In tutta risposta Casaleggio si è detto pronto a querelare chi diffama la Casaleggio Associati con “teorie fantasiose”: “Il tema dei conflitti di interesse affrontiamolo pure, a partire dai 120 parlamentari che possiedono un’azienda e firmano leggi. Io non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze per tornaconti personali o aziendali. Questi sono i fatti”, ha dichiarato.
In difesa del Movimento e di Casaleggio interviene la deputata Anna Macina “Come sempre non abbiamo nulla da nascondere e della trasparenza abbiamo fatto uno dei nostri capisaldi – dice – Sul conflitto d’interessi noi del Movimento non accettiamo lezioni da nessuno. Ma Visto che, improvvisamente, il tema pare stare così tanto a cuore ad alcuni, allora calendarizziamo per l’Aula subito la proposta di legge e approviamola nel più breve tempo possibile. Vediamo chi ci sta e chi è coerente e chi, invece, fa solo propaganda politica e mere strumentalizzazioni”.
Anche Philip Morris Italia ha fatto sapere la sua attraverso la pubblicazione di una nota “Philip Morris non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici in Italia ed agisce nel rispetto della legge. Siamo l’unica azienda ad aver dichiarato pubblicamente di avere l’obiettivo di sostituire completamente le sigarette con prodotti innovativi senza combustione […] Appare ormai evidente come questo processo di profonda trasformazione globale del settore del tabacco, che ha al centro l’Italia, vede l’opposizione di chi tecnologicamente è in ritardo e, pertanto, difende le sigarette”