Il presidente del Consiglio regionale calabrese di Forza Italia attualmente è ai domiciliari: avrebbe aiutato la cosca Grande Aracri a messere su una società di distribuzione all’ingrosso di medicinali, favore ricambiato con l’appoggio alla sua elezione nel 2014
Il Presidente del Consiglio della regione Calabria, Domenico Tallini , 68 anni, è stato arrestato con le gravi accuse a suo carico di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso . I rapporti fra Tallini e il clan ‘ndranghetista sono emersi nell’ambito di un’indagine che ha portato ad altre 18 misure cautelari.
Una società farmaceutica in cambio di voti
Secondo l’accusa Tallini, che attualmente è ai domiciliari, avrebbe aiutato la ‘ndrina Grande Aracri (la quale ha radici in tutto il Nord Italia e persino in Germania) a costituire la società Farmaeco , con sede a Catanzaro, messa in piedi con il fine di distribuire all’ingrosso medicinali prodotti tramite una rete ad hoc di 20 punti vendita fra farmacie e parafarmacie distribuiti fra Calabria, Puglia ed Emilia Romagna. Stando alle indagini il contributo di Tallini sarebbe stato fondamentale soprattutto nella fase di avviamento del progetto , accelerando di molto l’iter burocratico necessario per ottenere tutte le rese (un iter che, di solito, richiede tempistiche molto più lunghe). Ovviamente è tutto undo ut des : la ‘ndrina ha ricambiato il favore dell’amico Tallini (eletto con Forza Italia) in cambio di voti fondamentali per la sua elezione alle regionali del 2014.
Morra: “Era tra gli impresentabili”
Il Presidente della commissione anti mafia Nicola Morra ha commentato la vicenda giudiziaria con un post su Facebook: “Vi ricordate le ultime regionali calabresi , a gennaio 2020? Questo signore, attuale presidente del Consiglio regionale della Calabria, di Forza Italia, in virtù del codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia , risultava impresentabile . A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una ‘vendetta personale’ “.
Emanate altre 18 misure cautelari
L’operazione è stata svolta in sinergia dai Carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e da quello di Crotone , che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro su indicazioni della Direzione distrettuale Antimafia. Il provvedimento, che ha coinvolto altre 18 persone, tutte indagate per reati di stampo mafioso, prende vita a seguito di una doppia indagine, entrambe dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri , dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio .