I ricercatori temono che il PFAS, presente in vari oggetti ed indumenti oltre che oramai nel corpo di tantissimi americani, potrebbe inibire l’efficacia del vaccino anti-Covid
Alla vigilia della distribuzione del vaccino anti-Covid, la cui efficacia oramai si attesta fra il 90-92% in base alle case di produzione, arrivano nuovi studi sugli elementi chimici che potrebbero diminuire l’efficacia del farmaco. Il problema più grave è che la sostanza individuata come inibitrice è presente in tantissimi prodotti di uso quotidiano, al punto da essere già stata inalata e presente all’interno del corpo di molti cittadini statunitensi.
Lo studio di Harvard sul PFAS: cos’è e dove si trova
Dalla ricerca, guidata dal docente di salute ambientale presso l’Harvard School of Public Health, Philippe Grandjean, è emerso che i bambini esposti a PFAS avevano concentrazione di anticorpi significativamente ridotte dopo le vaccinazioni contro tetano e difterite. Ipotesi confermata anche da uno studio follow-up condotto sugli adulti. Per essere più chiari: le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), o acidi perfluoroacrilici, sono una famiglia di composti chimici usati prevalentemente dall’industria, impiegati in particolare nella produzione di padelle anti aderenti, cartoni per la pizza e indumenti impermeabili. L’esposizione a tali sostanze è stata collegata ad un esponenziale aumento del rischio di danni al fegato, diminuzione della fertilità, in quanto interferiscono con il sistema endocrino, e cancro. Negli ultimi anni, fra l’altro, un’alta percentuale di PFAS è stata rinvenuta nelle falde acquifere del Veneto. Una ricerca separata del professore suggerisce che un certo tipo di PFAS, chiamato perfluorobutirrato (PFBA), si accumula nei polmoni e può aumentare la gravità del coronavirus. Il professor Grandjean ha detto: “Le persone con un’elevata esposizione al PFAS hanno livelli di anticorpi non protettivi e molto bassi dopo quattro vaccinazioni per la difterite e il tetano. Quindi, se un vaccino per Covid è simile, il PFAS probabilmente inibirà la risposta di un vaccino”. Questo studio tuttavia , deve essere sottoposto a revisione paritaria.