E’ diventato virale dapprima su TikTok, per poi diventare virale su Twitter.
Parliamo del film horror Megan is missing che avrebbe sconvolto / starebbe sconvolgendo gli utenti del social nato in Cina.
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Anche sul Twitter tricolore se ne parla non poco, mentre gli utenti si dividono tra chi è rimasto davvero shockato e chi opta per una più neutra indifferenza:
Ho appena finito di vedere Megan is missing,inutile dire che non sono minimamente turbata. Penso di avere qualche problema
— Caterina (@Cateingenito) November 17, 2020
non guardate #meganismissing , ho dei piccoli traumi in corso
— Julia ? (@juliadenunzio_) November 17, 2020
no raga vi prego NON vedete Megan is missing soprattutto gli ultimi minuti sto per vomitare è molto disturbante
— bea (@raindropsway) November 17, 2020
Ho appena finito di vedere Megan Is Missing, un film con scene REALI (quindi niente attori e robe varie), é molto amaro la fine delle vicende ed é davvero spaventoso, disgustoso come esistano certe persone…#film
— Detective Mozzarella (@mozzarellakun) November 17, 2020
Se non fosse uscito nel 2011 (dopo essere stato girato nel 2006) diremmo che si tratta di una strategia di marketing.
Megan is missing è così terrorizzante?
Abbiamo visto per voi Megan is missing e, sì, è stato un grandissimo sacrificio.
In primo luogo perché abbiamo perso 89 minuti della nostra vita.
Ma, vabbè, si perde tempo in attività poco edificanti – quindi ci sta perderli vedendo un film(accio).
Da appassionato di film dell’orrore, posso tranquillamente dire che si tratta di uno dei film meno terrorizzanti abbia mai visto.
L’unica scena leggermente più cruda è quella che vede Megan più o meno squartata (ve lo spoileriamo, giacché ci auguriamo non lo vediate davvero) ma si tratta di due fotogrammi e nemmeno nulla che non possiate trovare su un sito stile rotten.
Per il resto c’è cattiva recitazione, ci sono i cliche dei giovanissimi che fanno sesso e si drogano, c’è una scena di stupro che dura più di quanto dovrebbe (ma nonostante ciò non provoca altro che disagio. Disagio per il regista) e c’è una giovane seppellita viva dopo aver implorato di essere salvata per una decina di minuti buoni: per quanto riguarda questi ultimi due elementi, basterebbe vedere il secondo capitolo di I spit on your grave.
Ho difficoltà a trovare lati positivi nel film (il cui script, d’altra parte, è stato scritto in 10 giorni): forse l’aspetto visionario (che nel 2020 appare banale) di far sviluppare buona parte del film attraverso videochiamate, forse il fatto che 89 minuti alla fine non sono un sacrificio così enorme in termini di tempo buttato.
Ma per certo siamo davanti ad un film brutto che non fa paura.
R.D.V.