In risposta alle tante voci ed indiscrezioni di questo periodo Gino Strada ha chiarito che il Governo non gli ha fatto alcuna proposta.
Dopo il servizio di ‘Titolo V‘ sulla mancata preparazione di un piano anti covid da parte del commissario incaricato, si cerca ancora di capire chi sarà il commissario in Calabria. Zuccatelli aveva preso il posto di Cotticelli, dimessosi dopo il servizio del programma Rai, ma il suo incarico è durato poco. Questo infatti si è appena dimesso e dalla maggioranza emerge con forza la candidatura di Gino Strada, fondatore di Emergency. Sin da quando è uscito il servizio, Gino Strada si è offerto di dare il proprio contributo.
La sua candidatura da parte della maggioranza, unita alle parole di Strada, ha creato un malinteso. C’era infatti chi aveva capito che il posto era già stato offerto al medico e che si attendeva una sua risposta. Proprio questo equivoco ha portato il numero 1 di Emergency ha postare un post chiarificatore in cui spiega: “Ho sentito qualche commentatore dire che – dopo tanti giorni – dovrei ‘decidere se accettare o meno l’incarico’. Non sono in questa condizione perché dopo quei primi colloqui non mi è stata fatta alcuna proposta formale”.
Strada chiarisce inoltre che il suo non è un attacco al governo, ma una semplice precisazione: “Sia chiaro: non ho nulla da recriminare nei confronti del governo che ha ovviamente facoltà di scegliere il candidato che ritiene più adatto a questo incarico”.
Il chiarimento di Gino Strada ha generato una miriade di reazioni su Twitter, dove il suo posto è stato condiviso da migliaia di persone. C’è chi scrive che la sua nomina sarebbe una boccata d’ossigeno per la regione del sud Italia: “Cotticelli sì è dimesso. Gino Strada ha dato la sua disponibilità alla nomina di commissario in Calabria. Sarebbe una gran cosa”. Chi invece ritiene che ci sarebbe bisogno di qualcuno che abbia una maggiore conoscenza del territorio: “Stima per Gino Strada. Tuttavia, penso che in Calabria gioverebbe altro: innanzitutto, una profonda conoscenza della realtà su cui si deve intervenire. Sorge ancora il sospetto che il Governo scelga più in base al nome, inattaccabile, che alla valutazione di quanto davvero serve”.
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