Nella conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio, Brusaferro ha spiegato che ci sono altre 4 regioni in cui bisogna anticipare le misure restrittive.
Il Ministero della Salute ha organizzato una conferenza stampa per spiegare i dati del monitoraggio compiuto in questi giorni dal comitato tecnico-scientifico per stabilire la zona a cui appartengono le regioni. Ad esplicitare ciò che risulta dai dati è stato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro. In primo luogo l’esperto ha spiegato che l’incidenza attualmente è alta: “524 casi per 100mila abitanti nel periodo di sorveglianza che raccoglie dati di qualche giorno fa. Ci sono differenze tra regioni ma il nostro paese eccede largamente soglia fissata a livello Ue”.
Un altro dato che preoccupa è la crescita della resilienza, ovvero dell’impatto che la curva epidemiologica ha sul sistema sanitario nazionale: “La curva per la resilienza cioè impatto sui servizi sanitari sta crescendo e ci si avvicina a soglie di valori critici”. Quindi ha aggiunto: “L’ Italia è molto ricca di casi e la crescita è molto significativa, superiore ai 100 casi per 100mila abitanti. Le terapie intensive e i ricoveri in area medica mostrano una curva che cresce rapidamente vicino a soglie critiche”.
Emergenza Covid, Brusaferro: “In 4 regioni bisogna anticipare misure restrittive”
Per quanto riguarda le nuove misure restrittive, Brusaferro ha spiegato che la situazione della Campania è complessa e necessita di ulteriori valutazioni: “Riteniamo validi i dati della Campania ma approfondimenti sono in atto per cogliere aspetti che potrebbero completare una analisi che è in corso”. Per quanto riguarda le decisioni già prese, invece, ha spiegato: “Sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono 4 regioni che vanno verso rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive. In precedenza era stato sottolineato che 2 regioni hanno una occupazione dei posti letto sopra il 30%, 2 al 29%”.
Nel corso della conferenza stampa c’è stato spazio anche per un piccolo barlume di positività. Il professor Locatelli ha infatti dichiarato che in questi giorni l’indice Rt si è stabilizzato, il che indica una decrescita dei casi: “L’indice Rt appare stabile, quindi l’accelerazione marcata è venuta meno e c’è decelerazione, frutto delle misure poste in essere. Ciò va letto in modo positivo e ci auguriamo e ci aspettiamo con il trascorrere dei giorni che i dati possano ulteriormente migliorare”.