Dopo l’approvazione in tutta fretta della legge che lo renderebbe senatore a vita, montano le voci sulle possibili dimissioni di Putin nel 2021 a causa di problemi di salute
Nel mondo della politica ci sono poche certezze, e che Putin rimanga in carica è una di queste. Da qualche tempo a questa parte, però, sta dilagando il sospetto che il Presidente della Federazione Russa potrebbe dimettersi all’inizio del prossimo anno a causa di problemi di salute.
Come riportato dal Daily Star, secondo alcuni fonti russe Putin potrebbe essere affetto da Parkinson, motivo per cui avrebbe previsto di smettere di fumare entro gennaio. I timori che il politico 68enne abbia contratto la malattia sono alimentati da alcuni osservatori che hanno notato sintomi legati al morbo. In un recente filmato del leader, infatti, le sue gambe sembrano tremare mentre si aggrappa ai braccioli della sedia. Ma sono in tanti a ritenere che l’ex funzionario del KGB abbia il Parkinson: stando a quanto riportato dal The Sun, il presidente russo è stato visto contrarsi mentre stringeva una penna in mano e mentre teneva un bicchiere che, si ipotizza, potesse contenere degli anti dolorifici.
Secondo altre indiscrezioni pare che persino la sua amante ed ex ginnasta Alina Kabaeva, di cui non si hanno tracce ufficiali da un po’, lo abbia implorato di dimettersi assieme alle figlie Maria Vorontsova, di 35 anni, e Katerina Tikhonova, di 34. Voci fermamente smentite dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale ha definito queste voci “una sciocchezza assoluta. Va tutto bene con il presidente”, negando con fermezza le ipotesi delle dimissioni.
Ma le speculazioni sul suo conto sono continuate soprattutto dopo l’approvazione frettolosa di una legge da parte del Parlamento russo, che renderebbe Putin senatore a vita qualora lasciasse la carica più alta del Paese. Se da un lato questa scelta potrebbe essere interpretata come un modo di assicurare a Putin l’immunità a vita, dall’altro viene spontaneo chiedersi perché sia stata fatta proprio ora e con talmente tanta fretta da non poter non sollevare sospetti. Interrogato in merito a questa nuova legislazione, il suo portavoce Dmitry Peskov ha detto: “Questa è una prassi che viene applicata in molti paesi del mondo, dunque è del tutto giustificata”. Sarà, ma intanto si fanno sempre più certe le voci che la famiglia di Putin, che ha una grande influenza su di lui e rispetto alla quale mantiene il massimo riserbo, continui a fargli pressioni affinché si dimetta dal suo ruolo e che ufficializzi il passaggio di consegne a gennaio. Non resta che stare a vedere: sarà davvero la fine dell’impero Putin?
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