La peste suina africana torna a preoccupare: nuovo caso in Germania, allerta anche in Italia

Innocua per l’uomo la peste suina africana può decimare interi allevamenti se non controllata. In Germania è stato individuato un nuovo caso in pochi mesi

Due mesi fa è divenuta di dominio pubblico la notizia del primo caso di peste suina africana registrato in Germania dalle autorità. Oggi quello che sembrava un caso isolato è divenuto un vero e proprio allarme legato al rischio di contagio che potrebbe causare seri problemi negli allevamenti dello stato. Le autorità sono intervenute immediatamente con le necessarie misure di contrasto ma questo sembra non essere bastato e, nelle scorse ore, un nuovo caso di peste suina è stato segnalato dalla Sassonia tra i cinghiali. I fatti riguardano l’animale ucciso nel distreto di Gorlitz il 27 ottobre che, come confermato dall’istituto Friedrich Loeffler, è risultato infettato. Si teme ora che questa patologia, che non causa problemi all’uomo, possa però portare ad una catastrofe negli allevamenti, causando problemi economici enormi a lavoratori già duramente colpiti dalla pandemia di Coronavirus. Un’unità di crisi è stata avviata dal ministero sassone per individuare le zone di restrizione ed evitare il diffondersi della malattia.

L’intervento della ministra Bellanova

Nel frattempo anche altri Paesi europei, Italia compresa, hanno innalzato i livelli di guardia. Teresa Bellanova, ministra dell’agricoltura, ha a ral proposito dichiarato: “Ho deciso di proporre un decreto legge per disporre l’adozione del Piano regionale di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali da parte delle Regioni, con le finalità di prevenire la diffusione della peste suina africana. Per affrontare responsabilmente la situazione, ho assunto un’iniziativa concordata con il Ministero della Salute, che ha la responsabilità di presentare ogni anno alla Commissione Europea un piano di intervento per il contrasto della Peste Suina Africana”.

 

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