Un trilione di mascherine monouso potrebbero inquinare i nostri oceani in modo irreparabile se non vengono intraprese azioni urgenti per riciclarle.
E’ questo l’avvertimento lanciato dagli scienziati che si occupano di tematiche ambientali. Gli esperti insistono su quanto siano assolutamente necessarie misure immediate per impedire che gli articoli monouso vengano inviati nelle discariche, consentendo loro di rilasciare sostanze chimiche tossiche in natura.
Gli scienziati hanno esortato i governi e le aziende a vietarne l’uso “non necessario” nei negozi e a riciclare più DPI monouso in ambienti medici.
Si stima che al momento siano in distribuzione 129 miliardi di mascherine per il viso e 65 miliardi di guanti di plastica ogni mese nel tentativo di contenere in ogni angolo del pianeta la pandemia di coronavirus.
Nonostante gli sforzi di alcune aziende per riciclare gli articoli, gli attivisti affermano che il 90% finisce comunque nella discarica, il che equivale a più di un trilione di mascherine all’anno.
L’utilizzo delle mascherine aumenta il problema rifiuti
Il dott. Christian Dunn, docente presso la scuola di scienze naturali della Bangor University in Galles, ha lanciato l’allarme, affermando che questa situazione rischia di creare effetti dannosi sugli esseri umani.
“La questione dei rifiuti di plastica è una crisi ambientale e la questione dei DPI non farà che alimentarla”, ha detto il dott. Dunn al Daily Star Online, aggiungendo che il riciclaggio della plastica “è una delle armi che abbiamo nella lotta al problema dei rifiuti”.
“Si spera che nei prossimi mesi la situazione legata al Covid possa risolversi, ma i rifiuti di plastica resteranno in giro per molto più tempo”, ha poi detto l’esperto, invitando la popolazione a riutilizzare le mascherine per ridurre gli sprechi.
La maggior parte delle mascherine protettive è realizzata in una plastica riciclabile chiamata polipropilene (PP).