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Coronavirus, Galli: “Non abbiamo certezza che un lockdown locale funzioni”. Serve un lockdown nazionale

Intervistato da Il Messaggero, il direttore di Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano Massimo Galli ammette che il momento è difficile.

Anche da un punto di vista del morale delle persone che lavorano per contrastare questa seconda ondata:

“E’ chiaro che stando in ospedale, ti può venire da dire che è un disastro. In questo momento c’è profonda stanchezza e crisi anche dal punto di vista del personale. É giù di morale. Vedersi di nuovo davanti questo déjà vu, insomma, non è facile”.

Galli ha quindi parlato delle nuove restrizioni (che comunque potrebbero vedere un ulteriore giro di vite):

Credo che attendere una o due settimane per decidere ulteriori restrizioni sia un rischio. Le infezioni sono già avvenute e ci porteranno comunque un carico di ricoveri, di posti di rianimazione da occupare e purtroppo anche di decessi piuttosto prevedibile. Il punto è che qui stiamo giocando sul crinale dell’ulteriore esplosione dell’infezione. Se la scommessa che è stata fatta con i provvedimenti che sono stati adottati è vincente, tra 15 giorni ci potrà essere un’inversione di tendenza. Sennò non ci saranno alternative, e comunque il prezzo da pagare sarà ancora più alto”.

Parlando di lockdown, Galli dubita possa servire un lockdown locale (specie laddove per “locale” si ntende una “grande area metropolitana”):

“No, non abbiamo la certezza che un lockdown locale funzioni. Se circoscrive alcune località che implicano un numero di abitanti ragionevolmente limitato, è un conto. Ma circoscrivere una grande area metropolitana e chiudere completamente solo lì, riuscendo a fare un lockdown semitotale simile a quello già avuto, dal punto di vista dell’efficacia dei risultati è un punto interrogativo”.

Mentre probabilmente potrebbe essere necessaria l’extrema ratio del lockdown nazionale:

Temo che si sia di fronte alla necessità di decisioni importanti e che siano da considerare abbastanza imminenti. La situazione è sicuramente pericolosa”.

Se fatto subito, d’altra parte, potrebbe sortire effetti in tempi più rapidi rispetto a quelli della prima ondata:

“La volta scorsa per farcela ci sono voluti due mesi. Questa situazione che stiamo vivendo adesso ipoteticamente potrebbe essere contenibile forse con un tempo minore. Ma non so quanto”.

Redazione PI

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